Missione Ulm / Neu-Ulm

Missione Cattolica italiana di Ulm/Neu-Ulm

Come tutte le altre missioni della Diocesi di Rottenburg, anche questa è stata istituita nel 1961. L’incaricato Don Modesto Ranon arrivò a Ulm alla metà di Marzo e celebrò la Messa il lunedì di Pasqua, come reso noto dalla stampa locale. A Ulm e dintorni vivevano allora circa 1.200 italiani, di cui la maggior parte impiegata nel settore edilizio e metallurgico.Nel settembre del 1963 Don Ranon informa Padre Zanatta che la Missione non aveva ancora una sede ufficiale, ma che lui aveva a disposizione una camera da letto e un ufficio nella casa degli anziani nella Zeitbloomstr. 43, entrambe proprietà della parrocchia di St. Georg.
Durante i suoi sette anni di servizio Don Ranon vide aumentare la sua Missione in circa 4.500 italiani.Per loro lui organizzò il servizio pastorale a Ulm, Laichingen, Ehingen, Blaustein,Munderkingen e Wiblingen. Questo sacerdote italiano della Diocesi Vittorio Veneto acquistò presso gli italiani della sua Missione grande rispetto.
Il suo successore Don Maurizio Ipprio che arrivò nel 1976 da Rottweil a Ulm diede nuovo impulso con la fondazione di due Associazioni a Ehingen e a Ulm, che presero il nome di Centro Culturale Italiano (C.C.I.) ancora oggi attivi. Questi centri, come si può leggere nel primo articolo dello Statuto, hanno un’impronta cristiana che vuole unire tutti i connazionali in una famiglia e le attività sono rivolte tutte verso un interesse sociale e culturale.Per molti anni nei locali di questi due centri sono state presentate diverse attività sia nell’ambito della scuola con corsi e doposcuola, sia nell’ambito cristiano con la preparazione di attività pastorali con bambini e giovani.A Don Ipprio sono susseguiti Don A. Bottoni ( Agosto 1981-Agosto 1992) e Don Renzo Stefani (Settembre 1992-Agosto 1993).
Don Bottoni cercò attraverso il bollettino “ Il Duomo” di raggiungere oltre alle importanti sedi come Ulm, Ehingen, Laichingen e Munderkingen, anche i cattolici sparsi nelle zone limitrofe. Egli formò un Consiglio di Missione e fece rinnovare i locali della Missione nella Postgasse 2, che vennero inaugurati il 15 settembre del 1992, con la benedizione ufficiale da parte del Cardinale A. Casaroli. Don Antonio con l’aiuto della collaboratrice Maria Angela Mariano fece un ottimo lavoro per la Missione.
Il suo successore Don Renzo Stefani figlio di italiani emigrati in Belgio, dove ha vissuto ed è stato ordinato prete, arrivò a Ulm con il compito di aiutare per un anno la Missione Italiana e dal 1° settembre del 1992 fu aiutato dal Missionario di Neu-Ulm, Don Giuseppe Gilberti.
Don Stefani e Don Gilberti prepararono il cambiamento con iniziative comuni e frequenti scambi di esperienze. Decisero insieme gli orari delle Messe nelle due Missioni di Ulm e Neu-Ulm e per le zone di Langenau, Ehingen, Blaustein ,Laichingen , Burgau, Nersingen, Leipheim, Krumbach, Vöhringen, Ichenhausen , Tannhausen e Günzburg.
Vennero organizzate preparazioni e celebrazioni dei Sacramenti: Eucarestia,Battesimi, Cresime e Matrimoni.
D. Stefani rimase a Ulm fino al 31 agosto del 1993 per poter assumere la responsabilità della Missione di Remscheid. La Diocesi di Rottenburg-Stuttgart nominò D. Giuseppe Gilberti, come amministratore della missione cattolica italiana di Ulm, dal 1° settembre del 1993, dandogli così la piena responsabilità per il nuovo lavoro pastorale e ringraziando la Diocesi di Augsburg per aver dato l’approvazione a questo nuovo impegno.
Per Don Giuseppe Gilberti si aggiunsero così 4.100 italiani dai due Decanati di Ulm e di chiunque apparteneva alla diocesi di Rottenburg-Stuttgart, che insieme ai circa 3.400 italiani della Missione di Neu-Ulm rappresentavano un grande impegno. Dal 1° ottobre del 1994 fino al 31 agosto del 1995 gli fu affiancato Pietro Leone come aiutante e collaboratore.
Purtroppo non fu più possibile , negli anni successivi, avere un altro aiutante per la missione di Ulm. Gli italiani non volevano accettare la nuova situazione. Il delegato Monsignor Luigi Betelli e Don Giuseppe Gilberti cercarono per quattro anni di formare una comunità nelle due missioni con diverse esperienze e superando molte difficoltà.
Attraverso iniziative pastorali fatte in collaborazione e cooperazione, Don Giuseppe è riuscito fino ad oggi a guidare una grande comunità italiana unendo le due sponde al di là e al di qua del Danubio.